L’uso del freddo nei traumi (sportivi e non)
L’uso del freddo nel trattamento delle lesioni è pratica universalmente accettata. I mezzi e le tecniche che consentono l’applicazione del freddo sono numerose, in modo da soddisfare le varie necessità e avere un facile adattamento alle diverse aree del sistema muscolo-scheletrico. Può essere somministrato sotto forma di immersione in acqua fredda e ghiaccio, sacchetto o borsa del ghiaccio, oppure impiegando spray (come il cloruro di etile o il clorofluorometano). Le principali variabili nell’applicazione del freddo per quanto riguarda tipo, metodo, tempo, durata e sede di applicazione sono strettamente correlate al primo trattamento che è tanto più efficace quanto maggiore è la conoscenza e l’esperienza di chi interviene.
Gli effetti del freddo sono stati ben documentati da numerosi autori.
Si tratta di un trattamento sicuro; va tuttavia considerata la caratteristica di certe persone allergiche al freddo, che potrebbero sviluppare reazioni come l’orticaria. Il pericolo di congelamento rappresenta una possibilità assai remota utilizzando borse di ghiaccio o l’immersione in acqua e ghiaccio; la temperatura di congelamento cutaneo, infatti (-5° C), è nettamente inferiore alla temperatura del ghiaccio (0° C). Ecco alcuni accorgimenti: innanzitutto, il freddo deve essere applicato il più velocemente possibile dopo l’evento traumatico. Il tempo di applicazione, non inferiore a 20 minuti per ogni ora da ripetere più volte ad intervalli regolari, permette di ottenere la massima efficacia terapeutica, sfruttando i suoi effetti fisiologici. Inoltre, va fatta attenzione nell’applicare i sacchetti di gel appena tolti dal freezer (con temperature quindi inferiori allo zero) direttamente sulla pelle per più di 5-10 minuti e inoltre si deve evitare la loro compressione con bendaggio elastico; stessa attenzione va data anche all’utilizzo di spray refrigeranti vicino alla cute per un lungo periodo di tempo: esiste infatti il rischio di ustioni da freddo. L’applicazione del freddo nei traumi acuti del sistema muscolo-scheletrico in combinazione con il riposo, il bendaggio elastico compressivo e l’elevazione, rappresenta un trattamento d’elezione; in questo modo si riduce l’estensione del danno ai tessuti, l’edema, il dolore e lo spasmo. Questa pratica permette inoltre di ottimizzare i tempi di disabilità, dando il via a una veloce ripresa della condizione. L’acronimo inglese RICE (rest-ice.compression-elevation) ricorda appunto le quattro fasi suddette. Nella riabilitazione da traumi sportivi, diversi autori hanno sviluppato due sistemi che alternano freddo ed esercizio:
- CRIOCINETICA: per i casi di lesioni legamentose; utilizza la combinazione di applicazione di freddo (preferibilmente immersione nel ghiaccio) sulla parte lesionata accompagnata da una serie graduale e progressiva di esercizi, effettuati rigorosamente in assenza di dolore
- CRIOSTRETCH: per le lesioni muscolo-tendinee; si combinano applicazione del freddo a stretching statico a PNF (tecniche di facilitazione neuromuscolare propriocettive) per ridurre lo spasmo muscolare e aumentare la flessibilità.
Prof. Massimo Guzzonato